Avete mai sentito parlare delle statue stele? Sapete che sono ritrovamenti casuali ma di rilevanza storica, tutti avvenuti nel territorio dell’antica Lunigiana? Oggi vi porto con noi al “Museo delle Statue stele“ allestito all’interno del Castello del Piagnaro di Pontremoli, in Toscana.
La fondazione del Museo
Il Museo delle statue stele nasce nel 1975 grazie allo studioso Cesare Ambrosi, il quale dedicò loro lunghe ricerche tra gli anni ’50 e ’60, per poi raccoglierle tutte nel comune di Casola (MS). Reputando però tali spazi poco adatti ad opere così importanti, per loro volle fortemente un unico e prestigioso edificio, trovando nuova collocazione all’interno del Castello del Piagnaro. Inaugurata nel 2015, dopo un periodo di lavori di allestimento, l’area espositiva risulta decisamente più ampia della precedente quasi del doppio, permettendo così di esaltare al meglio l’importanza di ogni statua, sia con accorgimenti semplici che con interessanti contenuti multimediali.
Cosa sono le statue stele?
Le statue stele rappresentano delle figure umane maschili e femminili in forma astratta, venivano scolpite su pietra arenaria con armamenti o monili (solo alcuni casi rarissimi presentano anche delle iscrizioni) e venivano infisse verticalmente nel terreno per esigenze di culto. Pertanto si differenziano dalle semplici stele, dai menhir (megaliti monolitici alti anche 20 m.) e dai “massi incisi” con oggetti e ornamenti. Sono collocabili tra il IV e I millennio a.C. e in base alle loro caratteristiche principali gli studiosi le suddividono in tre tipologie :
- GRUPPO A: sono tra le più antiche e sono caratterizzate da una testa semicircolare, distinta dal corpo solo da una leggera rientranza (che sarebbero le spalle) e da una sottile fascia orizzontale in rilievo (che rappresenta la zona clavicolare). Le braccia e dita delle mani sono rappresentate come tratti paralleli, il viso a forma di “U” con due fori o rilievi per occhi e in certi casi due cerchietti incavati per orecchie o orecchini. Comprendono figure femminili (caratterizzate dai seni) e maschili (presentano un pugnale sotto le mani). Alcune di queste statue sono chiamate “indefinite” poichè prive di qualsiasi attributo caratteristico.
- GRUPPO B: anche queste sono tra le più antiche e costituiscono il gruppo più numeroso. Rispetto a quello precedente denotano una evoluzione stilistica con più dettagli anatomici, come la testa a forma di cappello di carabiniere e collegata al tronco tramite il collo. Il viso mantiene sia la precedente forma ad “U” che una nuova forma a nastro a rilievo circolare da cui scende verso il centro un elemento verticale che indica il naso. Un solo caso ha il volto a “T”. Occhi, spalle e braccia sono come il precedente gruppo, solo le mani sono un pò più naturali. Anche qui sono presenti sia figure femminili (con seni e talvolta dei monili) che maschili (con pugnale sotto le mani o nel fodero laterale di forma rettangolare). A questo gruppo appartengono anche dei frammenti (teste soprattutto) che però non permettono di distinguerli e inserirli tra le figure precedenti.
- GRUPPO C: sono comprese le statue più recenti, sono più realistiche e sono caratterizzate da una lavorazione quasi a tutto tondo, che tenta di ricreare la terza dimensione della statua. Rappresentano solo personaggi maschili con testa rotondeggiante, ben distinta dal corpo tramite un largo collo, hanno un volto con più particolari anatomici e sono corredati di ascia a lama quadrangolare con manico lungo o spada ad antenne, posta sul fianco e con cintura. Un unico esemplare rappresenta anche gambe e piedi. A differenza dei precedenti gruppi, qui alcune statue presentano delle iscrizioni incise in alfabeto etrusco, la cui interpretazione resta tutt’ora incerta.
- INCERTE: a questo gruppo appartengono le statue di incerta collocazione, poichè risulta difficile classificarle.
Come venivano prodotte?
La materia prima di tali statue è l’arenaria, una pietra compatta molto diffusa nella valle del fiume Magra, che dopo esser stata lavorata e resa geometrica, veniva scolpita utilizzando la tecnica del bassorilievo, cioè abbassando la profondità della superficie che circondava l’oggetto da rappresentare (come braccia, volti, armi e monili).
Che funzione avevano?
Nella maggior parte dei casi le statue stele furono trovate in luoghi diversi dal contesto originario e nonostante il tentativo di confronto con altre statue della stessa epoca (ma di origini differenti) ancora oggi si ha difficoltà nel comprendere a pieno la loro funzione e il loro significato, soprattutto per quanto riguarda i più antichi gruppi A e B.
Sul gruppo C (aventi una forma più simile ad una statua) furono fatte due ipotesi diverse: o avevano una funzione funeraria individuale (ovvero si pensa siano state create per esaltare un individuo della comunità, il quale si distingueva per determinate qualità rappresentate con armi, cimeli e scritture) o una funzione di culto per sepolture collettive (ipotesi nata dall’osservazione della loro collocazione).
I luoghi del loro ritrovamento
All’interno dell’area espositiva è presente un pannello che rappresenta una vasta planimetria con su segnati i luoghi del ritrovamento di ogni statua esposta all’interno del museo: si nota che seguono sempre direttrici ben precise e che si trovano in situazioni geografiche ed ambientali ricorrenti, come in prossimità di corsi d’acqua, lungo grandi valli di collegamento e in zone montane in corrispondenza di importanti vie di comunicazione.
Il primo ritrovamento risale al 1827 a Zignago, in provincia di La Spezia. Nel 1886 ne furono trovate altre proprio durante la costruzione dell’arsenale della Marina Militare (sempre a La Spezia), mentre successivamente le scoperte furono più numerose ma quasi sempre occasionali e con solo due eccezioni nel 1968 e nel 1984, dove alcune statue furono ritrovate in seguito a scavi stratigrafici. Le Statue stele sono a tutti gli effetti il simbolo della Lunigiana, poichè in questo territorio si concentrano la maggior parte dei ritrovamenti, ecco perchè il Museo delle Statue Stele resta il più importante e rappresentativo in tutta Italia.
NOTIZIE UTILI
E’ possibile arrivare al museo attraverso due percorsi differenti: uno che attraversa la parte più antica del borgo, fatta di stretti vicoletti, scalinate, salite e che consiglio ai più allenati e magari ben attrezzati di supporti ergonomici se accompagnati da bimbi piccoli; l’altro invece risulta percorribile sia da famiglie con passeggini che da disabili, vi fa uscire da Porta Parma per poi percorrere un lungo passaggio sotterraneo (corredato di pannelli esplicativi che vi introdurranno alla visita), che termina con un ascensore, tramite cui arriverete direttamente ai piedi del castello.
Il ticket ha un costo che varia dai 5 ai 3 euro (dipende se lo fate intero o ridotto); la visita a tutti gli ambienti del castello risulta difficoltosa per chi ha un passeggino (quindi lasciatelo in custodia in biglietteria), mentre l’area espositiva risulta percorribile più facilmente grazie alla presenza di scivoli e di un ascensore a vetri che vi accompagnerà nelle sale al piano superiore.
Personalmente ho trovato questo museo davvero interessante, con un allestimento semplice ma efficace, che accompagna un visitatore per tutto il percorso, senza distoglierlo troppo dal contesto strutturale in cui è collocato. Adoro questo connubio tra antico e moderno, sia nello stile che nei materiali! E voi cosa ne pensate? Conoscevate già le statue stele della Lunigiana? Aspetto i vostri pareri!
Non ne avevo mai sentito parlare e mi hai incuriosito molto. Mi piacerebbe andare ad ammirare di persona.
Non ti resta che organizzare un bel weekend, Pontremoli aspetta solo te! 😉
Non le conoscevo per nulla! Ma sono legate a qualche culto particolare? Mi sanno tanto da “isola di pasqua” ? sbaglio???
Ciao Cristina! Come le “statue Moai” dell’isola di Pasqua, anche le “statue stele” della Lunigiana non hanno un significato ben preciso, pertanto le ipotesi avanzate sono piuttosto simili: o sono statue funerarie, o di culto. Ti ringrazio per il tuo commento, perchè mi ha fatto riflettere sul fatto che popolazioni così antiche, pur essendo di di epoche e luoghi diversi, hanno avuto l’esigenza di creare “oggetti” davvero simili. E questo lo trovo interessante e straordinario! Non trovi?
Per me questa è stata proprio una scoperta interessante! Molto spesso riconduciamo la nostra antichità all’iconografia romana o al massimo etrusca, mentre la cultura italica è stata certo molto più antica e vasta, per cui questi ritrovamenti sono davvero preziosi.
Mi fa piacere di aver aggiunto un tassello importante al tuo bagaglio culturale! È vero, la nostra popolazione ha origini antichissime ed è proprio grazie a questi ritrovamenti che negli anni si è potuta ricostruire esattamente la nostra storia!
Non avevo mai sentito parlare di queste statue che sono davvero particolari e appartengono ad una civiltà di cui non si conosce molto. Mi sembra molto bello anche il “contenitore” espositivo, moderno ed essenziale
il museo ha già un importante “involucro strutturale”, il castello del Piagnaro, quindi la scelta di esaltarle con poco la condivido in pieno, così da riuscire a valorizzare sia le statue che l’architettura medievale che le accoglie!
Quanto mi piace scoprire questo tipo di cose, ne ignoravo completamente l’esistenza! Devo ammettere che a prima vista mi ricordano vagamente le statue dell’Isola di Pasqua e personalmente, amo i musei non troppo elaborati: less is more a volte è la carta vincente!
Non sei la prima a farmelo notare e in effetti hanno molto in comune! Concordo con te, la semplicità vince su tutto e sempre!
Ma pensa te quante cose si imparano leggendo… non avevo mai sentito parlare di queste statue, sono simpaticissime. Sembrano anche moderne! Dal momento che avevano una funzione funeraria, penso anche a quanto siamo simili noi umani, in ogni luogo e in ogni epoca.
Brava! Hai fatto la mia stessa osservazione…siamo tutti uguali sotto questo cielo! 😉
Conosco il museo delle statue stele anche se non l’ho mai visitato. Le statue stele sono eccezionali, un capitolo della protostoria ligure davvero interessante e peculiare. Si concentrano infatti solo in Lunigiana e altrove nei territori contermini non se ne trovano.
Esattamente e ti auguro di poterlo visitare presto, è un vero gioiello!